Vallesinella Hotel
Madonna di Campiglio
2 ottobre 2021
L’edificio va così ad “intonarsi” con l’ambiente. Der Stimmung, direbbe Quintus Miller, per aggiungere: l’invenzione dell’architetto non è più «io creo un oggetto indipendente», ma bisogna leggere la città, capire la storia e integrarla nel pensiero progettuale.
(dall’intervista in ArchiAlp 02/2019)
L’Hotel Vallesinella, che è situato all’imbocco della valle tracciata, tra massi, pietre e cascate, dal rio Vallesinella, si trova ad un paio di chilometri a sud-est di Madonna di Campiglio. E’ un piccolo e lungo edificio rivestito in legno, collocato un po’ defilato rispetto al grande prato che vi si apre davanti prima del bosco e della salita. Per disegnare una casa si parte da un pentagono particolare: gli angoli alla base sono ortogonali tra loro e i due lati superiori, uguali nel nostro caso, si incontrano con una certa inclinazione. Estrudendo questa figura per una certa lunghezza si ottiene un edificio. Semplice, no? Questa semplicità di partenza, che contiene tutta la complessità di questioni legate al funzionamento di un hotel, alla sua collocazione, alla miriade di scelte necessarie affinchè non manchi niente, è ancora percepibile dopo un complesso processo di elaborazione.
Gli edifici che, in montagna, si collocano a mezzacosta, per ridurre lo scavo ed avere la costruzione fuori terra, si appoggiano lungo il pendio e si sviluppano per il lungo. L’edificio non ha le gronde sporgenti. Le pareti, che sono esposte all’acqua, sono rivestite con scandole di larice, come veniva fatto tradizionalmente per i tetti. Ne risulta una superficie variegata, una texture delicata. Il legno, qui, non è un elemento decorativo o un omaggio all’ecologia dei materiali naturali, ma il legame con la tradizione: sia per l’uso di un materiale reperibile in loco, sia per la possibilità di conferire omogeneità e chiarezza alla forma esterna. L’edificio va così ad “intonarsi” con l’ambiente. Non facciate con finestre che creano più o meno simmetria. Le facciate seguono il volume: lineare, traforato, scavato, protetto.
Il piano terra, dove è collocato il bar ed il ristorante, è aperto agli avventori e verso la natura. All’interno i tavoli sono riparati dalla vetrata scandita dai montanti a tutta altezza e continuano sul patio esterno in zone coperte e scoperte. Al piano superiore le stanze sono anch’esse prolungate oltre il vetro, all’esterno, protette da una nicchia. Il bosco di abeti, le rocce delle montagne, il cielo possono entrare dentro. Questi vani danno ritmo alla facciata laterale. La facciata di fronte, verso le cime, riserva una sorpresa: fa uscire un volume leggermente più piccolo del quale si notano i contorni... è vuoto, chiuso da un vetro all’interno, si sporge, mentre sotto, a piano terra, crea e protegge una zona porticata. Questo accentua l’idea di protezione, che già l’edificio stesso comunica con il suo rivestimento, ne raddoppia il senso: puoi sporgerti, andare fuori, io ti seguo e ti proteggo. Ti invito a sporgerti, a guardare lontano come si fa in montagna e misurare i movimenti delle nuvole...
Le proporzioni: un mezzo, un quarto, un terzo, quattro quarti, il rettangolo, il quadrato, un controllato spostamento in avanti, una piccola traslazione laterale, una sporgenza che rivela che “dentro” c’è qualcosa. Leggere bordature in acciaio contornano e coprono gli spigoli più delicati, fanno da scossalina, sottolineano i volumi e le superfici, le variazioni. Nell’insieme questo edificio diventa qualcosa in grado di mimetizzarsi, come un animale che riflette il suo manto nel contesto, o la corazza di un insetto, un grande insetto che si muove, si articola lungo il corpo, sporge o ritrae la testa...
L’Hotel Vallesinella non ha niente a che vedere con la mole degli hotel di Campiglio, con le loro facciate ingigantite, lo sfoggio di poggioli ed il suggerimento di grandezza. Se ne sta elegante tra il verde degli abeti segnando la distanza dal contesto del classico turismo di montagna che tende a seguirti anche in quota con le stesse abitudini della grande città. E’ un punto di ristoro dal quale si può partire per salire lungo le cascate del rio Vallesinella, lungo i sentieri che portano su, attraverso il bosco e l’acqua che ti accompagna sempre con il suo rumore, fino in cima. Cima dalla quale puoi vedere le montagne, le rocce sulle quali si rispecchia la luce con tonalità diverse a seconda delle ore del giorno e le ombre scure, profonde, scavate nelle ferite della roccia.
Non posso tralasciare di sottolineare che ci voleva proprio il prato davanti! Quando mi ero fermato al bar dell’Hotel Vallesinella, che già conoscevo di nome per essere un intervento architettonicamente riuscito, qualche anno fa, trovavo davvero sproporzionato e brutto il grande parcheggio per auto e pullman che nel corso degli anni (c’era un precedente rifugio a partire dagli anni ‘50) si era ricavato sul prato davanti a questo edificio, minuto e proporzionato agli edifici di montagna. Il progettista, nonostante il parcheggio possa essere unanimemente considerato essenziale per un’attività di ristorazione, si è impegnato a toglierlo, con una visione lungimirante e coerente. Con un risultato molto positivo.
Testo di Carlo Sevignani
Anno di costruzione:
2014
Volume totale:
2850 metri cubi
Progetto architettonico:
Nexus! Associati, Roberto Paoli,
Mario Giovanelli, Gianfranco Giovanelli, Gustavo Carabajal, Sergio Ruggeri
Progettazione strutturale:
Riccardo Giovanelli
Progettazione impianti meccanici:
Francesco Pezzarossi
Nexus! Associati
Progettazione impianti elettrici:
Pietro Madaschi
Coordinamento sicurezza:
Albert Ballardini
Committente:
Vallesinella Sas,
Madonna di Campiglio
Foto:
Paolo Sandri